“Si tratta evidentemente di una vicenda molto delicata nella quale la Corte ha ragionato in punta di diritto secondo un orientamento consolidato: quando si ha a che fare in materia di bioetica, di fine vita e di inizio della vita, la Corte tende a fare un passo indietro” – afferma l’Avv. Prof. Anton Giulio Lana – “Certamente è una storia drammatica. Pensare che un medico possa assumersi la responsabilità di porre fine alla vita di un bambino, quando forse c’è una possibilità sul piano sperimentale negli Stati Uniti di continuare a sperare, è una scelta veramente discutibile oltre che drammatica“.
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