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Ricorsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo

Ricorsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo

La Studio vanta un’esperienza trentennale nel contenzioso dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che attraversa ormai in ogni tipologia di fattispecie in materia di diritti umani, dal contenzioso penale, alle questioni relative al diritto alla vita e alla salute, all’equità del processo e alla sua ragionevole durata, ai danni per l’inquinamento dell’ambiente, alla tutela delle persone vulnerabili, alle questioni riguardanti la famiglia e i minori, alla tutela dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti, sino ai temi della proprietà, della tutela del credito e del legittimo affidamento.

Sin dagli anni 90, lo Studio rappresenta dinanzi alla Corte di Strasburgo persone fisiche e persone giuridiche (associazioni, società, comitati e organizzazioni non governative) che lamentano una o più violazioni dei diritti e delle libertà sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, firmata a Roma nel 1950 e ratificata dall’Italia nel 1955 (la Convenzione è stata successivamente integrata e modificata da una serie di Protocolli addizionali).

L’impegno dello Studio in materia di diritti umani non si limita all’offerta di tutte le opportune forme di tutela giurisdizionale, ma si esplica anche nel campo della promozione e della diffusione della cultura dei diritti umani a livello nazionale ed internazionale.

In questo contesto, lo Studio si avvale di diversi strumenti, tra i quali spicca l’attiva partecipazione in seno all’Unione forense per la tutela dei diritti umani nella variegata opera di sensibilizzazione delle istituzioni, degli operatori giuridici e della collettività.

Oltre a svolgere un ruolo di primo piano nell’organizzazione di importanti convegni sui temi della tutela dei diritti (per tutti, si ricorda il corso di specializzazione sulla Tutela europea dei diritti umani, organizzato annualmente e rivolto ad avvocati, magistrati ed altri operatori del diritto), lo Studio apporta un contributo essenziale alla rivista quadrimestrale edita da Editoriale Scientifica dal titolo “I diritti dell’uomo, cronache e battaglie“, che costituisce un fondamentale veicolo per la diffusione e l’approfondimento della materia.

La vasta rete intessuta dallo Studio con personalità di alto rilievo nel campo della tutela dei diritti dell’uomo (avvocati, magistrati, professori universitari, membri di organizzazioni ed organismi internazionali) favorisce un continuo afflusso di conoscenze e di competenza nel settore.

Il sistema convenzionale di tutela dei diritti umani

Da anni ormai la Corte europea svolge una insostituibile funzione di garanzia giurisdizionale dei diritti e delle libertà fondamentali. Il sistema della CEDU ha un carattere sussidiario rispetto alle forme di protezione dei diritti umani esistenti negli ordinamenti degli Stati membri: infatti, l’articolo 35 della Convenzione pone la regola del “previo esaurimento dei ricorsi interni” rispetto all’attivazione del sistema internazionale.

L’obiettivo del Consiglio d’Europa, in linea del resto con i princìpi internazionali in materia di tutela dei diritti umani, è infatti quello di assicurare che il rispetto dei diritti umani sia assicurato innanzitutto dagli ordinamenti interni. Tuttavia, nel corso degli anni la presentazione di ricorsi davanti alla Corte EDU ha riscontrato un crescente impiego nei paesi aderenti alla Convenzione, basti pensare che, se fino al 1997 i ricorsi alla Corte EDU si aggiravano attorno ai 5.000 all’anno, tale numero è cresciuto considerevolmente, toccando un picco di quasi 66.000 ricorsi annui tra il 2010 e il 2013.

Ad oggi, la Corte ha esaminato oltre 882.000 ricorsi e ha pronunciato oltre 50.000 sentenze. Tali numeri indicano che le violazioni che potrebbero essere portate al vaglio dei giudici di Strasburgo sono frequenti, ma la possibilità che ciò avvenga presuppone anzitutto una conoscenza approfondita della giurisprudenza della Corte europea, la quale rappresenta il fondamentale parametro interpretativo delle norme della Convenzione, nonché una scrupolosa dimestichezza con le procedure previste dalla Convenzione medesima e dal Regolamento di procedura della Corte per la presentazione dei ricorsi individuali.

A differenza del contenzioso nazionale, la procedura dinanzi alla Corte di Strasburgo non comporta oneri economici a carico del ricorrente, salvo i costi per la corrispondenza con la Corte, che avviene mediante raccomandata internazionale, e le spese per il legale che lo assiste. Non vi sono, infatti, spese da sostenere a titolo di contributo unificato (come dinanzi alle giurisdizioni italiane) per l’introduzione del ricorso, né vi è il rischio per l’istante di essere condannato alle spese legali a favore del Governo convenuto in caso di rigetto del ricorso.