Lo Studio Lana-Lagostena Bassi Rosi vanta una lunga e consolidata esperienza in questo campo. In particolare, lo Studio ha una primaria esperienza nel contenzioso relativo ai danni derivanti da malpractice medico-sanitaria ed è noto nel settore per le numerose iniziative intraprese sul piano legale ed anche istituzionale per la tutela dei diritti dei cittadini vittime delle disfunzioni verificatesi nel settore della sanità pubblica.
Oggi lo Studio svolge attività giudiziale, stragiudiziale e di consulenza in particolare nei seguenti settori:
Lo Studio assiste in giudizio il paziente che abbia subito danni derivanti da attività medica e ospedaliera al fine di ottenere un equo ristoro risarcitorio, e ciò sia relativamente a contenziosi contro ospedali e strutture sanitarie, ma anche contro singoli professionisti.
Lo Studio può vantare il primato di aver promosso per primo un contenzioso contro il Ministero della Salute in materia di contagio da sangue infetto: nel 1993, è stata infatti promossa dallo Studio la prima causa collettiva in Italia in favore di oltre trecentocinquanta emofilici che lamentavano di aver contratto il virus dell’HIV, dell’HCV e dell’HBV, in seguito alla somministrazione di emoderivati contaminati e sangue infetto. Nel 1998, il Tribunale di Roma, con la prima e fondamentale sentenza in materia, non solo ha riconosciuto la responsabilità del Ministero della Salute per omessa farmacovigilanza condannando detta Amministrazione al risarcimento del danno di natura biologica, morale, psichica, esistenziale e patrimoniale, oltre alla liquidazione delle spese documentate dalle vittime.
Successivamente, lo Studio ha promosso numerosi altri giudizi collettivi ed individuali presso gran parte dei Tribunali d’Italia; ottenendo pronunzie decisive che hanno contribuito a determinare, per la prima volta in assoluto, la giurisprudenza di riferimento in questa materia.
Basti pensare che è proprio su un ricorso proposto da un pool di avvocati coordinati dall’Avv. Mario Lana, che le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione si sono pronunciate per la prima volta sul tema, con la fondamentale sentenza 11 gennaio 2008, n. 581, che ancora oggi rappresenta il leading case in materia di risarcimento da sangue infetto.
In passato, lo Studio è stato il principale interlocutore del Ministero della Salute per le trattative dirette alla definizione transattiva di tali controversie.
Inoltre, lo Studio ha condotto numerose campagne di sensibilizzazione che hanno portato all’ approvazione, da parte del Parlamento, della legge n. 210 del 25 febbraio 1992, istitutiva dell’indennizzo a favore di soggetti danneggiati a causa di trasfusioni o somministrazioni di emoderivati, e poi della Legge n. 238 del 25 luglio 1997, contenente modifiche ed integrazioni alla normativa precedente.
Nonostante l’indiscusso valore sociale e le finalità assistenziali di tale indennizzo, il Legislatore italiano, nell’ottica del contenimento della spesa pubblica, con una norma introdotta dal D.L. n.78 del 31 maggio 2010, ha stabilito che una consistente parte del suddetto indennizzo non dovesse essere rivalutata secondo il tasso di inflazione.
Lo Studio Lana-Lagostena Bassi Rosi si è fortemente battuto contro tale ingiusta norma, riuscendo ad ottenere la declaratoria di illegittimità costituzionale, pronunciata dalla Corte costituzionale con la sentenza 9 novembre 2011, n. 293.
Lo Studio è a disposizione degli interessati per provvedere alla richiesta di rivalutazione dell’indennizzo bimestrale percepito ex lege 210/92, anche al fine di ottenere il pagamento delle differenze maturate nel passato e non corrisposte.
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